Per noi, dal nostro classico punto di vista, una foresta bruciata è una foresta distrutta, con danni fatali per la flora, per la fauna, per la nostra economia, per il nostro ambiente e per il nostro paesaggio. C’è però chi non la pensa così, e che anzi professa esattamente il contrario. È il caso di Chad T. Hanson, dell’Università della California, che da anni studia e porta avanti l’opportunità di lasciare bruciare le foreste. Le foreste e i boschi sono sempre stati soggetti suscettibili agli incendi. Non è facile determinare quanto bruciassero di più i boschi di una specifica area prima dell’arrivo dell’uomo, ma gli scienziati stanno cercando di calcolarlo. Si stima che negli Stati Uniti, prima dell’arrivo degli europei, bruciassero ogni anno tra gli 8 milioni e i 12 milioni di ettari di foreste. Al giorno d’oggi, sempre negli Stati Uniti, bruciano in media “solo” 2 milioni di ettari di foreste. Di fatto è dagli anni 30’ che, negli Usa, i pompieri sono realmente in grado di contenere efficacemente gli incendi nei boschi, riducendo così sempre di più il numero di foreste distrutte dalle fiamme.
Ma oltre al picchio esistono altre centinaia di specie sia animali che vegetali che preferiscono vivere e prosperare tra la cenere. Ci sono per esempio delle specie di coleotteri che riescono a capire se una foresta sta bruciando a chilometri di distanza, così da poter spostarsi in quella direzione per poter deporre le proprie uova negli alberi bruciati.
Per gli scienziati e gli ambientalisti che la pensano in questo modo, la vera calamità è costituita da chi continua imperterrito a voler spegnere tutti gli incendi boschivi che si vanno a creare. Qualche anno fa, va sottolineato, il governo federale degli Stati Uniti arrivò persino ad abbracciare parte del pensiero di questi ricercatori, anche se di fatto non si è mai smesso di provare a spegnere quanto prima gli incendi boschivi.
Un altro motivo per il quale si dovrebbe smettere di voler spegnere gli incendi boschivi a tutti costi è poi costituito dal fatto che sì, arginare il fuoco ha spesso un costo quanto a vite umane. Ovviamente in questo caso si può obiettare che anche il non fermare un incendio boschivo può avere un costo in termini di vite umane, laddove le fiamme arrivino a ghermire delle persone impreparate ad affrontarle. Eppure, alcuni ricercatori sostengono che, tenendo conto del fatto che talvolta si arriva a più di dieci pompieri morti ogni anno (negli USA) per salvare delle foreste in fiamme, sarebbe più producente investire - invece che nei vigili del fuoco - nell’utilizzo di materiali ignifughi per la costruzione delle abitazioni vicine ai boschi.
Di Alice Ferrari
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