La nostra società è altamente disinformata, anche se costantemente bombardata da informazioni: questo perché, soprattutto a causa dei social, si è visto il proliferare di false notizie, chiamate appunto fake news.In particolare, ci concentreremo sulle fake news sorte sugli incendi scoppiati nella foresta amazzonica.Alcune fake news, accompagnate da foto della foresta pluviale amazzonica in fiamme sono state diffuse da personaggi famosi come Leonardo DiCaprio, Madonna e la star del calcio Cristiano Ronaldo. Infatti, sul suo profilo Instagram, inoltre, DiCaprio ha scritto: «I polmoni della Terra sono in fiamme». Ronaldo,inoltre, ha twittato ai suoi ottantadue milioni di follower: «La foresta pluviale amazzonica produce oltre il 20% dell'ossigeno mondiale».
Queste notizie pubblicate dalle celebrità sono errate per due ragioni principali: prima di tutto perché molte delle foto pubblicate non erano neppure dell'Amazzonia: infatti, quella condivisa da Ronaldo era stata scattata nel Brasile meridionale, e risaliva al 2013, non al 2019. Quella pubblicata da Madonna, invece,risaliva a oltre trent'anni prima.
In secondo luogo, si può parlare di fake news perché, anche se il «New York Times», quotidiano statunitense, dice l’opposto, l’Amazzonia non può essere definita “il polmone della terra”. Come sostiene Daniel Nepstad, ecologista forestale e specialista in politiche sull’uso del suolo, é vero che l'Amazzonia produce moltissimo ossigeno e assorbe molta anidride carbonica, ma impiega la stessa quantità di ossigeno nella respirazione. Confermano tale teoria le ricerche di un ecologo dall’università di Oxford, secondo il quale le piante della foresta amazzonica producono tantissimo ossigeno ma il 60% di questo viene utilizzato per la respirazione delle piante, processo biochimico attraverso il quale la vegetazione si procura energia, mentre il 40% dell’ossigeno viene consumato dai microbi che degradano la biomassa della foresta pluviale. Di conseguenza il contributo nell'ecosistema dell’Amazzonia alla produzione mondiale di ossigeno è pari a zero.
Altre fake news, diffuse nel 2019 da personaggi famosi e leader europei, attribuiscono a Bolsonaro, presidente del Brasile, la colpa di non aver contrastato gli incendi in Amazzonia, e addirittura di aver agevolato chi li appicca. Proprio per questo, i leader europei hanno minacciato di non ratificare un importante accordo commerciale con il Brasile; inoltre, Greta Thunberg e altri studenti attivisti hanno intentato una causa contro il Brasile per inazione riguardo ai cambiamenti climatici.
Prima di tutto questa notizia non può essere vera a livello statistico perché la deforestazione era aumentata, ma a partire dal 2013, ossia ben sei anni prima dell'insediamento di Bolsonaro.
Nel 2019, l'area di quella regione deforestata era appena un quarto di quella del 2004. E se il numero di incendi in Brasile nel 2019 era davvero superiore del 50% rispetto all'anno precedente, superava solo del 2% la media dei dieci anni precedenti.
Per confermare questa fake, nello stesso periodo divenne virale un video condiviso su Facebook, YouTube e Twitter, dove si vede un presunto elicottero incendiario. Chi fa circolare il filmato sostiene che sia la prova di una collusione del Governo del Brasile coi piromani: sarebbe infatti la dimostrazione del fatto che sia
Bolsonaro stesso a provocare gli incendi.Per dimostrare la mancata veridicità di tali affermazioni possiamo dire, in primo luogo, che questo stesso
filmato è stato girato in California nel 2018, quando ci furono incendi che devastarono il paese, e non in Amazzonia nel 2019; inoltre, contestualizzando quanto si vede nel video, si capisce che l’elicottero incendiava davvero parti di territorio, ma questa era una tecnica detta del “fuoco prescritto” ,adottata dal governo statunitense per prevenire incendi e per provocare piuttosto piccoli fuochi controllati che eliminavano parti infiammabili della vegetazione
Di Alessia Prascina
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