Michael Shellenberger è fondatore e presidente di Environmental Progress, un’organizzazione di ricerca indipendente con sede a Berkeley, in California. Nominato nel 2008 Hero of the Environment dalla rivista «Time», lavora come consulente ambientale per i governi di diversi paesi. Molte delle sue idee per lo sviluppo delle energie rinnovabili sono state adottate dall’amministrazione Obama. Scrive di energia e ambiente per varie testate, tra cui «The New York Times», «The Washington Post» e «The Wall Street Journal». Nel 2015 ha pubblicato An Ecomodernist Manifesto, appello per un ambientalismo fondato sulla crescita economica.
Potremmo
sintetizzare l’operato del testo di Shallenberger con 4 parole chiave:
SCONFESSA falsità
e danni dell’ecologismo ideologico. Analizza e smentisce gli stereotipi
maggiormente radicati e diffusi sull’ambiente e afferma che lo “sviluppo
sostenibile”, così come interpretato da molti politici e ambientalisti, non
sembra essere la strada giusta.
AFFERMA che
l’unica soluzione possibile per accoppiare il progresso umano al rispetto
dell’ambiente è il progresso tecnologico, che ci renderà sempre più
indipendenti dalla natura e, di conseguenza, sempre meno bisognosi di
comprometterla.
EVANGELIZZA
una politica ambientale capace di conciliare la tutela degli ecosistemi con il
benessere delle persone.
PREDICA un
processo di industrializzazione e urbanizzazione, valutando necessità e
opportunità, piuttosto che ideologia dello “sviluppo sostenibile. Smonta i miti
del radicalismo green e propone una visione ecologista con al centro l’uomo
portando esempi che rettificano la propaganda della paura.
PROPONE che
:“Le nazioni ricche dovrebbero fare tutto il possibile per aiutare le nazioni
povere a industrializzarsi. Molti invece, stanno facendo l’opposto: cercare di
rendere la povertà sopportabile anziché aiutarli a superare quella condizione”.