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GREENPEACE E LA FRAMMENTAZIONE DELLA FORESTA

 


I gruppi ambientalisti compreso anche Greenpeace indifferenti riguardo al fatto che il Brasile abbia bisogno di svilupparsi economicamente, hanno richiesto politiche ambientali che hanno contribuito alla frammentazione della foresta.In realtà l’intento era quello di intensificare le coltivazioni su territori minori invece si è creata “un’estensificazione” con il conseguente aumento della deforestazione e del malcontento dei proprietari terrieri. A seguito dell’ irrigidimento del Codice forestale brasiliano che ha imposto ai proprietari terrieri di preservare una quota del loro terreno dalla coltivazione,si sono verificate delle perdite economiche notevoli che hanno anche influito sul PIL della nazione visto che esso dipende in larga misura dalla coltivazioni agro alimentari. La campagne di Greenpeace hanno indotto l’ opinione pubblica e i responsabili politici a considerare tutto il terreno coltivabile del Brasile come foresta Amazzonica ma di fatto non è così perché la maggior parte delle coltivazioni insiste nella savana del Cerrado che presenta un valore ecologico inferiore a quello della foresta Amazzonica. Confondendo le due regioni si è impedito agli agricoltori di intensificare la produzione in alcune aree a basso impatto ecologico e allo stesso tempo non si sono tutelate le regioni della foresta


Foresta amazzonica 

 





Savana del Cerrado 



A trarre vantaggio da tutto ciò è stato Bolsonaro che è diventato presidente del Brasile sposando la causa dei proprietari terrieri che delusi e impoveriti dalle politiche ambientali restrittive hanno scelto colui che ha ripristinato la deforestazione. Quanto è accaduto in Amazzonia dovrebbe servire da monito su come la concentrazione delle colture in alcune aree consentirebbe ai governi di tutelare gli habitat della foresta primaria in modo da preservarne la biodiversità e che la strategia di Greenpeace ha fatto sì che i proprietari terrieri andassero a disboscare altrove per espandere i propri possedimenti e quindi sia stata favorita la frammentazione del territorio.

                                                                                                                                           Di Oriana Savatteri 
 





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